Hanno avuto luogo, tra il 12 e il 14 settembre scorso le seste finali nazionali LIPS, a Ragusa, all’interno del programma della quinta ed ultima edizione di FestiWall. 21 tra poeti e poetesse, qualificatesi nei vari coordinamenti regionali, hanno dato vita a una tre giorni di altissime performance. Vediamo com’è andata.
La prima semifinale ha avuto luogo giovedì 12, al Prima Classe e ha visto qualificarsi Giuliano Logos De Santis, Jaime De Castro e Gabriele Bonafoni. La seconda e la terza si sono disputate il giorno dopo, venerdì 13, al City e hanno dato accesso alla finale, nell’ordine a Emanuele Ingrosso, Claudia Salvatore, Soulcè, MASV, Gianmarco Tricarico e Lorenzo Maragoni. Infine la finalissima di sabato 14, allo Skate Park, quartier genereale del FestiWall, condotta da Adriano Padua, controllata dall’efficientissima coppia di notai Lucia Santercole e Luca Tironi, e disputata tra un’incredibile cornice di pubblico.
La sfida è stata serrata e di altissimo livello. Dopo la prima manche venivano esclusi un commovente MASV, Gianmarco Tricarico e Claudia Salvatore, che mancava l’accesso al secondo turno pur ottenendo il ragguardevole punteggio di 26,2. La seconda manche vedeva poi un gran recupero di Jaime De Castro, che risaliva dalla quinta posizione alla seconda, andando a giocarsi il titolo nazionale con Giuliano Logos De Santis e Emanuele Ingrosso. Al termine del’ultimo turno di letture era proprio quest’ultimo a laurearsi campione italiano 2019: ‘El Nino’ Emanuele Ingrosso. Secondo posto per Jaime De Castro. Terzo Giuliano Logos De Santis.
Anche se, lo sappiamo, in realtà pure quest’anno ha vinto la poesia. Prima della premiazione, che ha visto salire sul palco a prendersi un meritatissimi applauso, tutti e ventuno i finalisti nazionali, l’ultima poesia da campione italiano di Luca Bernardini (ospite d’onore, insieme al presidente LIPS Sergio Garau, della tre giorni ragusana), come ideale passaggio di testimone. Un applauso grande quanto quello che si son presi i finalisti nazinali lo hanno meritato anche gli MC delle semifinali, ovvero, nell’ordine: Adriano Padua e Alessandro Leggio, Marco Gorgoglione, Mattia Mush Villa e Luca Tironi.
Per tutti loro (e per tutti voi) l’appuntamento è alle finali nazionali 2020. Ma prima, abbiamo chiesto ad Emanuele Ingrosso di rispondere ad alcune nostre domande:
Da quanto tempo fai poetry slam e come ne sei venuto a conoscenza?
Emanuele Ingrosso: Il mio primo poetry slam è stato nel 2016. Il circolo Arci in cui ero volontario, il leggendario Malabrocca a Pioltello, ne organizzava spesso e ogni tanto mi ero fermato a guardare. Poi ho deciso di buttarmi. Cappellino, quadernetto, forte imbarazzo, adolescenza, “quanto tempo ho per un’altra poesia?”: insomma, amore a prima vista con lo slam.
Quali progetti hai portato avanti in questo ultimo anno e qual è il tuo intento comunicativo?
E.I.: Ho iniziato a provare in un paio di posticini il mio spettacolo e con la mia compagnia teatrale, Sagome di Sabbia, ho portato nelle scuole superiori una decina di incontri dedicati al poetry slam (meraviglia assoluta). Per quanto riguarda il mio intento, dopo un paio di tentativi forzati e artificiosi, ho trovato nella risata il mezzo più naturale per creare uno scambio di energia con un pubblico a cui sto, sostanzialmente, scaraventando addosso la mia vita in tre minuti. Sono molto contento quando il pubblico capisce che per me la risata è l’unico mezzo per affrontarmi in poesia e affrontarli sul palco, e non il fine attorno a cui girano tre minuti di avanspettacolo.
Come sono andate le finali nazionali e quale momento sceglieresti come il più memorabile?
E.I.: Eh, benino dai. Scherzi a parte sono stati tre giorni folli, ho lasciato a Ragusa un paio di pezzetti di cuore. è davvero difficile pensare a un momento in particolare, forse l’Antislam improvvisato alle 4 di mattina dopo la finale, in una scalinata da qualche parte a Ragusa. Raramente mi sono sentito così parte di un gruppo, non lo dimenticherò mai.
Possiamo spoilerare qualche progetto futuro?
E.I: Per ora vorrei portare in giro il più possibile “Da piccolo odiavo i bambini” (il mio spettacolo), per il resto diciamo che sto cercando di lavorare in modo da lasciare al pubblico, dopo gli spettacoli, qualcosa in più di un paio di A4 con le poesie stampate sopra.
Sei pronto per il campionato Europeo? Cosa ti aspetti da questa esperienza?
E.I.: Non vedo l’ora, sia perché gioco in casa e i miei amici non hanno scuse per bidonarmi, sia perché sono davvero curioso di conoscere venti poeti da tutta Europa, ammirare il loro modo di interpretare quei tre minuti e mostrare loro il mio. Dovrò lavorare un po’ sulla lingua, ai em not so gud in inglisc.