Lorenzo Maragoni – Campione del Mondo in carica di Slam Poetry
Ciao, Lorenzo. Siamo curiosi di sapere cosa è stata per te questa esperienza della Coppa del Mondo. Ti va di raccontarcelo?
È stato un momento di crescita, di incontro, una sfida con me stesso. Nel Poetry Slam si è soli, ma non si è mai soli. Ho avuto la fortuna di avere amici fantastici che sono venuti a Parigi e di ricevere attraverso i social un sostegno enorme dall’Italia.
Cosa ne pensi del panorama internazionale della Slam Poetry? C’è qualche poeta che hai gradito in particolare, alle gare di Parigi?
È emozionante e un po’ surreale scoprire che in Giappone, in Madagascar, in Canada ci siano persone che si dedicano al Poetry Slam. Il livello era altissimo, e andrebbero menzionati tutti i poeti e le poete in gara. In particolare, ho apprezzato le performance di Cheick Ahmed, secondo classificato, della Costa d’Avorio, di Elizabeth McGeown, inglese, e di Elad Laor di Israele.
Come ti sei sentito a performare in un paese non italofono? Quale è stato il contributo del linguaggio del corpo?
È stato bellissimo, perché c’era un ascolto pazzesco, ed è stato incredibile in particolare sentire che il pubblico rideva. Penso sia stato importante tenere un rapporto aperto con il pubblico e performare con generosità, cercando di far passare insieme alle parole l’intenzione del pezzo, il motivo per cui è stato scritto, senza subire la possibile barriera linguistica, ma cercando di accettarla e incorporarla nella performance.
Dal teatro alla poesia performativa.
Nel passaggio dalla tua esperienza di attore a quella di poeta performer, come sono mutati la tua percezione dell’intenzione, la costruzione (interiore ed esteriore) di una partitura fisica e il rapporto con le parole che dici?
Sono cambiati tantissimo. Il Poetry slam ti decostruisce completamente e ti lascia da solo con il pubblico e con te stesso. Avere un background attoriale credo che aiuti tantissimo, ma da lì il percorso è proprio a “smarcarsene” per arrivare a un modo più asciutto, intimo e potente, forse più autentico, di stare in relazione con il pubblico. La partitura fisica non la penso a priori, si stratifica replicando il pezzo, alcuni gesti diventano più o meno ricorrenti, ma ogni volta il rapporto col pubblico li ri-costruisce.
Sei un artista che muove trasversalmente tra antico e contemporaneo.
Passi da contesti in cui tutta la performance ricade esclusivamente su di te, la tua voce e il tuo corpo a progetti in cui la multimedialità (es. videopoetry) ti consente di rappresentare le tue idee.
Rispetto alle varie forme espressive con cui ti sei relazionato, come è scrivere “a tempo”, contrarre nel tuo corpo un intero teatro – tu sei la musica, la scenografia, l’attore e il regista che devono rendere visibile l’invisibile – insomma, giocare a contenere la propria creatività nelle regole di un Poetry Slam?
Nel Poetry Slam, nelle sue regole e nel suo concentrare, come dici magnificamente, in un corpo un intero teatro, ho trovato una forma di libertà. Potersi concentrare sul rapporto con il pubblico ti libera dal pensiero di dover costruire immagini, drammaturgie, inserire elementi come musiche e luci – e avere tre minuti a disposizione ti costringe a chiederti cos’è che hai realmente da dire. Queste cose aiutano a mettere a fuoco l'”essenziale” e tornano utili anche in teatro, nella costruzione di uno spettacolo, possono costituirne il nucleo per poi tornare ad avere un respiro più ampio.
Raccontaci dei tuoi progetti futuri.
Il tour estivo del mio spettacolo Stand up poetry, e cercare di pubblicare un libro con i miei testi.
Per seguire il tour di Lorenzo:
3 AGOSTO
STAND UP POETRY
VICENZA, TEATRO ASTRA
4 AGOSTO
SOLO QUANDO POETIZZO SONO FELICE
SCHIO (VI), MOLO 517
5 AGOSTO
STAND UP POETRY
CAVALESE (TN), PARCO DELLA PIEVE
6 AGOSTO
STAND UP POETRY
TERRAGNOLO (TN), IL MASETTO
7 AGOSTO
STAND UP POETRY
ASOLO (TV), CASA MALIPIERO
10 AGOSTO
STAND UP POETRY
BOLOGNA, TEATRI DI VITA
25 AGOSTO
STAND UP POETRY
TORNO (provincia di Como
27 AGOSTO
STAND UP POETRY
TRENTO, TEATRO CAPOVOLTO (piazza Cesare Battisti)