«Il Nome del Format; un format che -come tutti i format- ha un nome del format, ma il primo format che ha come nome del format “Il Nome del Format”.
Come Compagnia abbiamo dimostrato in alcuni momenti della nostra esistenza di avere creatività, ma non per i nomi.»
Così La Compagnia delle Indie, uno tra i collettivi lombardi più freschi e attivi nel mondo dello slam e della poesia performativa, ci racconta de Il Nome del Format.
In cosa consiste? La Compagnia ha chiesto a diversi poeti, divisi in coppie, di collaborare per dar vita a una poesia in un’ora di tempo. Da questi esperimenti hanno tratto una serie di video dove i poeti ci rendono partecipi, in parte, del loro processo creativo e, infine, ci mostrano il risultato.
«Per il resto abbiamo praticamente copiato Kahbum. Ci intrigava il fatto di mettere due poeti che non si conoscono, in una stanza, a fare quello che facciamo anche noi, cioè la poesia. Diamo un titolo per dare il primo input, poi il resto è nelle mani dei poeti. Davamo anche tre domandine per far dire qualcosa di se ai ragazzi, per farli conoscere.
Il filo logico che collega tutti i titoli è la musica indie, perché in quel periodo stavamo facendo la Domenica Indie al Barrio’s di Milano. Sfruttavamo il giorno dello slam per raccogliere gli slammer e fargli fare questa cosa: ci si ritrovava di pomeriggio per poi andare tutti insieme alla serata. Il Nome del Format diventava, così, un giornata insieme ai poeti, dalle tre di pomeriggio alla mezzanotte.
Le riprese venivano fatte da SLAM e – cosa esilarante – nessuna puntata è stata girata con la stessa attrezzatura, ogni volta raccattavamo cose d’occasione: cavalletti e schede SD, ma anche la telecamera. Per l’ultima puntata, per esempio, Sebastiano non ha portato l’attrezzatura e abbiamo ancora la scheda SD di Antonio Amadeus Pinnetti.
Siamo fieri di questo format perché in tanti lo stavano pensando, ma noi siamo stati primi a farlo: i primi del mondo LIPS a copiare un altro format. Non siamo nati solo con l’intento di organizzare gli slam, ma per diffondere la poesia in forma orale sotto varie forme; siamo partiti dagli slam perché è quello a cui ci sentivamo più affini. Il Nome del Format è il primo prodotto che organizziamo al di fuori delle gare di poetry slam, pur essendo legato agli slammer che ci gravitano intorno.
Come tutto quello che viene fatto dalla Compagnia, ha coinvolto tutta la Compagnia: Ambra si è occupata delle grafiche; Luca (in arte LeeHook) ha animato le grafiche, inoltre le basi musicali presenti nei video sono di sua produzione; Federico, Jaime e Sebastiano hanno pensato alle riprese, ai titoli e alle domande. Sebastiano si è preso anche l’onorevole compito di ospitare chi avesse bisogno.
Certo, siamo stati sfortunati, perché volevamo fare più puntate (cinque o sei), ma per ora ci riteniamo soddisfatti e possiamo considerare chiusa la prima stagione. Abbiamo pensato a come affrontare questo periodo e ci siamo attivati con un piccolo palinsesto sulla pagina Instagram: il lunedì lettura con La poesia, punto (.), il martedì facciamo scrivere la poesia al nostro fonico (ma questo è successo solo una volta, in realtà), il giovedì Oroscopo Musicale. In particolare Oroscopo Musicale ha successo perché ci capita di taggare diversi artisti indie, che poi ci ricondividono e portano da noi qualche follower.»
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